Lavoro part time? Cosa ti aspetta in futuro con la pensione

Lavoro part time e pensione: cosa c'è da sapere

Avere un lavoro part-time ha senza dubbio i suoi vantaggi. Nonostante sia uno stipendio più basso rispetto a un full-time, uno dei benefici è l'avere più tempo libero ed è un modus operandi ideale per i giovani che stanno iniziando a mettere piede nel mondo del lavoro. C'è da sottolineare però che il calcolo dei contributi da versare per la futura pensione, sono tarati sul lavoro a giornata completa. Quindi, la domanda che uno si pone è: come si adattano questi al lavoro part-time? Ed è l'argomento che andremo ad affrontare nel nostro articolo di oggi.

Quando parliamo di versamento dei contributi, il lavoro part-time offre oltre ai vantaggi, anche degli svantaggi e potrebbe portare un cittadino a dover lavorare quasi il doppio per raggiungere i contributi necessari ai fini del pensionamento. Questo perché non tutti gli anni di lavoro hanno la stessa importanza, quando si parla di contributi. Impropriamente detti "anni di contributi" perché sono contributi previdenziali che paghiamo per la pensione, e vengono calcolati sulla base delle ore di lavoro svolte. Per questo, anche se nella maggior parte dei casi una settimana di lavoro corrisponda a una settimana contributiva, nel caso in cui un cittadino svolga un lavoro part-time non si ha il diritto al riconoscimento della settimana contributiva. Alla fine dell'anno, quindi, si totalizzeranno meno versamenti rispetto a quelli che ci si aspetta. Tutto questo avrà una ricaduta per il futuro, sia sull'importo della pensione, sia sul diritto al raggiungimento della stessa. Per fare un esempio, un dipendente che lavora 20 anni part-time non collezionerà 20 anni di contributi e se raggiungesse 67 anni contando quei 20 anni di contributi, dovrà fare i conti con una brutta sorpresa. Il motivo di questa differenza tra avere un lavoro part-time e un lavoro full-time, in merito ai contributi, dipende dalla definizione stessa di lavoro part-time. Esso consiste in una forma contrattuale di lavoro con un ammontare di ore inferiori fa quello previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL), il che comporta uno stipendio più basso rispetto ai lavoratori che hanno un contratto a tempo pieno. Andiamo dunque ad elencare i due contratti più comuni:

  • Orizzontale: ossia quando la riduzione oraria avviene per singola giornata lavorativa. Ad esempio, un impiegato per 4 ore al giorno per 5 giorni a settimana, per un totale di 20 ore a settimana;
  • Verticale: quando la giornata lavorativa viene svolta a tempo pieno, ma per un periodo limitato.

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