Lo Stato vuole 331.000 euro di contributi: perché e cosa implica per i cittadini

Tra le varie variazioni delle leggi e degli obblighi, contributi e imposizioni, il percorso dei cittadini per arrivare alla Pensione diventa sempre più tortuoso. Andiamo a scoprire perché lo Stato vuole 331.000 euro di contributi e cosa implicherebbe per i cittadini.

Oggi andare in Pensione per i cittadini italiani è diventata quasi un'ambizione, nonché una meta quasi irraggiungibile, oseremo aggiungere. Ci sono diverse posizioni lavorative e lunghe carriere professionali che, anche se si trovano a un passo dal traguardo, vedono procrastinare questo obiettivo per i più svariati motivi, tra cui le imposizioni della legge e la necessità di possedere i contributi che impongono. Nello specifico andiamo ad approfondire un caso specifico che parla di un tema diventato davvero molto caro ai lavoratori, in relazione ai noti ormai 331 mila euro di contributi che lo Stato richiede. Come è ben noto a tutti, i requisiti minimi di contributi necessari ai fini del Pensionamento è di essere arrivati a 20 anni di contributi versati. Ma non finisce qui, perché bisognerà aspettare di aver compiuto i 67 anni di età prima di poter presentare la domanda per l'Assegno Pensionistico. Questi, dunque, sono i due parametri principali a cui bisogna far affidamento per riuscire a raggiungere la Pensione. Però possiamo dire che esistono altre possibilità di riuscita per chi ha meno di 20 anni di contributi versati, ovviamente sempre ai fini del raggiungimento dell'obiettivo. Per questa "variante" il dato che cambia è in merito all'età anagrafica che si allunga: e cioè che non basteranno più i 67 anni di età compiuti, ma si dovrà attendere fino al compimento del 71° anni di età. E con il sistema contributivo la Pensione sarà liquidata nella sua interezza.

Dunque, partiamo proprio da questa variabile. La domanda che spesso molti lavoratori si pongono è la seguente: è possibile andare in pensione prima dei 67 anni? Se si rispetta il requisito contributivo dei 20 anni minimi di contributi versati, c'è una possibilità? Anche se molti lavoratori hanno temuto a lungo e sospettato di una risposta negativa, dovranno ricredersi dato che la risposta è invece positiva. La possibilità di percorrere questa strada è riservata però per i contributivi puri, cioè per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 e per questi la famosa riforma Fornero, gli permetterò di raggiungere la Pensione al compimento dei 64 anni di età. Ci sarebbero anche altre possibilità che fanno riferimento alle cosiddette cadute del settore privato, ovvero l'isopensione e i contratti di espansione. Per questi casi, non è una vera e propria pensione, ma di un assegno periodico che in merito a vari accordi, il datore di lavoro privato eroga al lavoratore mentre attende la pensione.

In quanto alla pensione per i lavoratori ha compiuto i 64 anni di età con 20 anni di contributi versati, come avevamo dichiarato precedentemente, la legge gli permetterà la buona uscita dal mondo del lavoro anche se la rendita non dovrà essere inferiore a 2,8 volte l'assegno sociale, pari a 486,10 euro. Può sembrare una dettaglio insignificante, ma sono aspetti fondamentali che in determinati casi, addetti ai lavori e non solo, sia nel mondo sindacale che lavorativo, hanno preso come riferimento per riflessioni più profonde sulla materia.

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