Bonus 110%: in arrivo l'ennesimo emendamento dal Governo Draghi

Una modifica al Bonus 110% è stata di recente introdotta grazie ad un emendamento al decreto Ucraina bis. La Commissione Industria e Finanze del Senato ha infatti approvato la norma proprio in queste ore e la nuova modifica costringerebbe a rivolgersi ad imprese con certificazione Soa per tutti i lavori sopra i 516mila euro.

Il bonus 110%, come è noto, non è apprezzato dal governo Draghi e in una recente dichiarazione del premier si parla addirittura di prezzi triplicati: Non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Cito soltanto un esempio. Il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%. I prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. E quindi questo è il risultato. In ogni caso le cose vanno avanti in Parlamento, il governo ha fatto quello che poteva fare e il nostro ministro è molto bravo.

Moltissime piccole e medie imprese, allora, hanno tremato davanti all’introduzione di questo emendamento in quanto rischierebbero di non poter accedere più all’importante incentivo. La Confederazione nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa ha infatti tuonato: Il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere circa l’80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia. Si introducono così nuove e incomprensibili barriere burocratiche”

Se davvero così fosse, allora, questo emendamento potrebbe assestare definitivamente uno dei colpi decisivi a gran parte delle piccole e medie imprese e questo per l’economia del Paese si tradurrebbe in un problema gigantesco. Sempre il CNA, allora, tiene a precisare che pur nella riformulazione del provvedimento che ne attenua l’impatto, quanto approvato costituisce un principio inaccettabile che esclude di fatto dai lavori di riqualificazione le imprese che non lavorano per gli appalti pubblici ed estende al settore privato un sistema pensato per i lavori pubblici, che nulla a che fare con la qualificazione delle imprese”.

Sembra allora che Draghi voglia eliminare in qualsiasi modo il Bonus 110% ma ogni volta che tenta di fare qualcosa in merito rischia di creare problemi più grandi di quelli attuali. La canzoncina della “colpa del Governo precedente”, però, non è mai stata cantata del Premier e l’impegno che sta adoperando per l’eliminazione di questa norma è davvero invidiabile e degno di rispetto. Sperando, allora, che le imprese possano beneficiare lo stesso di questo bonus, speriamo che il tutto non so risolva in un muro burocratico per l’80% di loro.

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