La crisi energetica in Italia, come in Europa, è un problema davvero serio e quanto mai attuale. Ecco perché bisogna sapere com'è la situazione e perché dobbiamo preoccuparci per il gas.
La crisi energetica esplosa in questi primi mesi del 2022 è in realtà solo il naturale sviluppo di una situazione che già da mesi lasciava presagire delle serie complicazioni. La guerra tra Ucraina e Russia ha dunque solo accelerato un processo che oggi colpisce particolarmente l’Europa, vero e proprio epicentro della crisi energetica globale. Ma qual'è la situazione nel nostro Paese e perché dobbiamo stare più attenti al consumo di gas?
Crisi energetica in Italia, la situazione
Con la domanda di gas naturale che supera l’offerta e la paura che i gasdotti russi verso l’Europa possano essere presto chiusi in risposta alle sanzioni applicate contro il Cremlino, il prezzo è alle stelle. Come si colloca l’Italia in questo scenario? Non bene, visto che il nostro paese è dipendente per il 40% del proprio fabbisogno di gas dalla Russia. Una netta chiusura dei gasdotti da Mosca metterebbe seriamente a rischio tutti noi, visto che l'Italia potrebbe andare in blackout. Il governo, in questi ultimi mesi, si è mosso per cercare di trovare altre fonti energetiche, ma l’operazione sembrerebbe non poter garantire nel breve periodo delle soluzioni quantitativamente accettabili.
Dall’inizio del conflitto, intanto, sono oltre 60 milioni gli euro che ha versato l'Unione Europea irrorando le casse della Russia per la fornitura di petrolio, gas e carbone. Con questa situazione, si crea esattamente un circolo vizioso, visto che il gas è uno dei beni primari per tutti. Inoltre, si fa ancora più evidente la competizione tra alcuni paesi Europei, che si contendono l'accaparrarsi del gas naturale per sostenere la futura mancanza del gas russo.
Il problema in Italia, ma come in molti altri paesi europei, è che l'utilizzo delle energie rinnovabili e la conversione alla sostenibilità non è ancora completa. Eppure questa crisi può dimostrarsi un’opportunità per migliorare l’efficienza energetica, non solo a livello europeo ma anche nazionale. Questa potrebbe essere l'unica soluzione a lungo termine, per far sì che in caso di chiusura totale con la Russia, non debbano pagarne le conseguenze i cittadini e le famiglia italiane e di tutta Europa.
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