Pensioni di invalidità 2022: chi ne ha diritto e quanto gli spetta

Invalidi civili: quando e cosa spetta di pensione? Ecco tutto quello che c'è da sapere 

La descrizione della misura previdenziale presente sulla piattaforma ufficiale INPS che andremo oggi a trattare è davvero ben fatta, chiarisce in modo egregio la questione dell'invalidità civile.

Nel testo leggiamo: "Nelle moderne democrazie si è affermato da tempo il principio della protezione dei cittadini affetti da minorazioni fisiche o psichiche. Un obiettivo solennemente affermato nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e accolto dall'articolo 38 della Costituzione italiana, che garantisce il diritto al mantenimento e all'assistenza sociale a tutti i cittadini  inabili  al lavoro e sprovvisti dei mezzi necessari per vivere. Le categorie che possono accedere alla protezione dell'invalidità civile  sono i mutilati e gli invalidi civili, i ciechi e i sordi, gli affetti da talassemia e drepanocitosi. Il grado minimo di riduzione permanente della capacità lavorativa, per la qualifica di invalido civile, è un terzo (33%) determinato in base alla tabella, approvata con decreto del Ministro della Salute del 5 febbraio 1992"

Alla tabella succitata è, però, possibile constatare che per rientrare nella categoria di invalidi civili è necessario avere una inabilità alla capacità lavorativa che rientri nel 33%, ma ciò non basta a ricevere l’assegno mensile di invalidità civile. Andiamo allora a vedere chi ne ha diritto e chi, invece, dovrà farne a meno.

Solo coloro che rientreranno nella categoria di invalidità che va dal 74% in poi possono beneficiare dell’assegno e questo, al loro compimento del 67esimo anno di vita, si commuta in assegno sociale sostitutivo. È naturale, oltretutto, che queste 13 mensilità però non spettino a coloro i quali dispongano già di redditi elevati ma, se andiamo a dare un’ occhiata alle cifre di cui si parla, non si tratta né di sostanziosi assegni, né di grandi redditi annui. Dei 291, 95 euro mensili infatti possono beneficiarne solo chi non disponga di entrate annuali superiori ai 5.005,94 euro. Non cifre esorbitanti, dunque, e sembra proprio che i grandi propositi caldeggiati dall’introduzione leggibile sulla piattaforma INPS non siano stati minimamente raggiunti.

Sperando che misure del genere siano in futuro necessarie per sempre meno persone, non ci rimane che augurarsi che molto di più venga fatto per gli invalidi civili. Il grado di civiltà di un paese è visibile dal modo in cui tratta i suoi soggetti più fragili e in questo caso è proprio di loro che stiamo parlando. E’ necessario allora che misure più consistenti vengano adottate al più presto e che questo diritto possa davvero essere rispettato pienamente.

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