Lavoratori autonomi: cosa succede se non si versano i contributi?

Cosa succede se i lavoratori autonomi non pagano i contributi? Ecco tutto quello che c'è da sapere.

Dopo aver raggiunto la maggiore età, o comunque quando si ha la possibilità economica, la voglia e la passione di intraprendere un percorso in totale autonomia e quindi classificarsi nel target "lavoratore autonomo", viene paragonato quasi come a un premio.

L'adrenalina data dalla responsabilità, la paura di non riuscire nell'intento o la grande determinazione e sicurezza che la tua attività darà i frutti che hai sempre sperato. Ma non è tutto oro ciò che luccica, oserei dire. Essere un lavoratore autonomo non significa alzarsi al mattino, aprire la saracinesca e concentrarsi solo sul servire i clienti, pagare le bollette e rifornire la propria attività in base alla tipologia.

Mai sentito parlare di contributi? Sai cosa succede se tu, lavoratore autonomo, non versi i contributi all'INPS? Come tutti sappiamo i contributi vanno versati obbligatoriamente all'ente di previdenza dal momento in cui di sceglie di avviare qualsiasi attività lavorativa per consentire di conseguire in un futuro prossimo la pensione quando la possibilità di lavorare termina. Di per sé, versare i contributi per la futura pensione, è come avere un effettivo "patrimonio" che va a maturare negli anni. Ad essi, inoltre, possono essere sommati i contributi figurativi, volontari e da riscatto.

Nella realtà in cui viviamo oggi, purtroppo, possiamo vedere che in non poche circostante, i contributi previdenziali non vengono versati correttamente, nonostante sono perfettamente a conoscenza che questi servono per garantirsi diritto e misura della pensione futura.

Quindi, per un lavoratore autonomo, i contributi sono un appuntamento fisso come le bollette e il pigione. Ovviamente può capitare che per dimenticanza - o per mancata liquidità rispetto alle aspettative di guadagno - si decide di rinviare il pagamento, ma comunque c'è da sottolineare che dai contributi da versare non c'è scampo. Successivamente, vogliamo fare chiarezza proprio sulla questione dei contributi non versati da parte del lavoratore autonomo, e in questo caso non per dimenticanza, ma per intenzione. Esistono delle sanzioni e conseguenze che scattano in automatico a questa inadempienza. Quindi, cosa è bene ricordare per evitare di finire in un bel guaio?

Per chi è un dipendente, normalmente, i contributi devono essere versati dal proprio datore di lavoro, mentre per i lavoratori autonomi devono occuparsene in prima persona e devono tenere ben a mente di farlo regolarmente ogni anno. Quello che c'è da capire è cosa succede nella circostanza di quelle attività di lavoro autonomo che di fatto non ha un sostituto d'imposta. Con quest'ultima figura la legge indica il datore di lavoro, il quale è obbligato al versamento periodico dei contributi del lavoratore.

Quindi, visto che non sussiste un sostituto di imposta, anche chi lavora con partita IVA, deve versarsi autonomamente i propri contributi all'ente previdenziale (o in alternativa ad una cassa specifica in base alla professione svolta).  Stiamo parlando di una imposizione prevista espressamente dalle norme vigenti, e pertanto, colui che non eseguirà il versamento concreto degli importi dovuti all'ente di previdenza, finirà in un bel guaio. Ovviamente, i contributi, sono da intendersi calcolati sulla base del proprio reddito effettivo del lavoratore autonomo. Dal momento in cui l'INPS, attraverso i controlli, viene a conoscenza di un mancato pagamento, o di un'irregolarità dei pagamenti, è autorizzato a fare richiesta di pagare le cifre dovute al lavoratore autonomo e può aggiungere a quest'ultima sanzioni ed eventuali interessi.